di notte Leoni, di giorno coglioni.

ce lo ripetono da una vita: i creativi italiani sono i migliori a tirarsela, ma quando c'è da competere stanno a casa. così quest'anno è scoppiato il bubbone ed è scoppiato grosso, facendo male. che tutte le agenzie italiane messe insieme tornino da Cannes con solo 2 leoni di bronzo conquistati per il rotto della cuffia, è un risultato sconcertante. e se a questo sommiamo il numero ridicolo di lavori arrivati in short-list per ogni mezzo, ci troviamo di fronte a una tragedia.

la verità di base è che il resto del mondo continua ad andare avanti mentre noi indietro. poi possiamo scannarci sulla evidente difficoltà dei nostri delegati, sulla nostra storia pubblicitaria recente, sui problemi del comparto. ma da un punto di vista creativo, non esistono giustificazioni.

stampa e outdoor non siamo capaci di farle. il lavoro sul media in questo Paese non esiste, internet lasciamo perdere. la radio.. beh, gli altri fanno sitcom da 90" a puntata, noi tagli da 20". resisteva paradossalmente lo spot, dove fino a ieri davanti ad una bella idea si poteva perdonare la carenza produttiva.
oggi non più.

tecnicamente, il primo problema che la creatività italiana deve affrontare è proprio questo. concetti decenti riusciamo ad averli anche noi, perdiamo tutto dopo. perché gli annunci degli altri sono fotografati, impaginati, recitati e girati meglio dei nostri. molto meglio dei nostri.

ma chi metterà in moto il processo di rinnovamento? i nostri clienti, quelli che chiedono ai fotografi di spendere 1000,00 euro a scatto? le nostre cdp, così ansiose di venderti i loro giovani registi "per farli crescere"? i nostri direttori creativi, che se li metti tutti insieme fanno meno premi di una coppia di stagisti svegli della Tbwa parigina?

venerdì il Presidente della Corte dei Conti ha detto che l'Italia è un Paese che vive al di sopra delle sue possibilità. sarà, ma le nostre agenzie sono anni che stanno dimostrando il contrario.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ma guarda che la corte dei conti ha ragione. mica che la pubblicità è lo specchio del paese.
è però, secondo me, lo specchio del coraggio, dell'atteggiamento. e noi non abbiamo coraggio e innovazione quasi più per niente, soprattutto nel campo comunicazionale. in una televisione che fa schifo si potrebbero mai avere degli spot geniali?

Anonimo ha detto...

noi alla fine vediamo solo il prodotto finito, ed è decisamente sconfortante.
siparietti come quello descritto oggi da asha, devono essere ben tristi per chi fa della comunicazione il proprio lavoro.
facciamo così: tu noleggia il meazza e raduna qualche migliaio di creativi&co, noi portiamo il "pubblico" ed un gargantuesco consulente matrimoniale. tema dell'incontro: "non COMUNICHIAMO più come una volta"...

Anonimo ha detto...

bodybello, direi di prendere in mano la situazione: fai un bel pullman di insoddisfatti e trasloca oltralpe. io, appena finisco con i miei stage oltreoceano, vi raggiungo. mansione desiderata: assaggiatrice kebab.

Anonimo ha detto...

domanda da chi nonostante tutto non sa nulla: esiste una scuola o una tradizione, in italia?

Body ha detto...

elle:?
spap: mi sa che a me oltralpe mi prendono a calci in culo..
erba: 40 anni fa, col carosello.

Anonimo ha detto...

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